Il mio ultimo viaggio in Corea del Sud è stato lo scorso Ottobre, il primo dall’inizio della pandemia. All’arrivo ho dovuto sottopormi ad una quarantena di 14 giorni in una camera d’albergo. Ho scritto due articoli su come affrontare questa esperienza nel migliore dei modi:
QUARANTENA, GUIDA PRATICA – PARTE 1
QUARANTENA, GUIDA PRATICA – PARTE 2
Inizialmente ho avuto il piacere di esplorare e vivere appieno la meravigliosa Seoul, per poi spostarmi in diverse località. Una di queste è stata Busan, la città più grande della parte sud, talmente a sud che si possono prendere i traghetti per Fukuoka e Osaka, in Giappone.
L’impatto con la città è stato subito positivo. Busan ha un’atmosfera speciale, che si percepisce a pelle. Purtroppo avevo soltanto un giorno per visitarla. Ecco il mio itinerario:
Punto di partenza
Soggiornavo al Toyoko Inn Hotel Busan Seomyeon, un hotel in stile giapponese, con camere molto, ma molto piccole che però hanno tutto, ma veramente tutto, il necessario. Note dolenti sono la colazione (meglio farla fuori) e l’insonorizzazione delle camere, totalmente inesistente. L’hotel è a due passi dalla stazione metropolitana di Seomyeon, dove si incrociano le due linee principali, perfetta per andare in tutte le direzioni. Nei dintorni dell’hotel ci sono inoltre molti ristoranti e proprio dietro la struttura c’è un piccolo quartiere pieno di viette con locali e pub, ognuno con uno stile unico. Questa è sicuramente una delle zone più strategiche dove soggiornare per visitare la città al meglio.
Tempio di Beomeosa
Letteralmente un tuffo nel passato. Il tempio buddhista di Beomeosa è un maestoso complesso circondato da colline ricoperte da una fitta vegetazione, che durante l’autunno si tinge di giallo e rosso.
Gli edifici in legno, dal caratteristico colore acceso, posizionati con estrema armonia, i visitatori che si muovevano lentamente, il canto dei monaci durante la cerimonia religiosa e il suono dei miei passi sulla terra soffice, hanno fatto diventare questa visita una sorta di meditazione.
Prima di andarmene, mi sono fermato per una pausa. Proprio mentre stavo andando via, ho visto alcuni monaci che si addentravano nel bosco, e incuriosito decisi di seguirli a distanza, cercando di portare il massimo rispetto. Niente foto, niente rumori, soltanto occhi, mente e cuore bene aperti. Raggiunsero una sorta di giardino nascosto, custode di due file di colonne di pietra che emergevano dalla terra. Una volta che tutti i monaci raggiunsero questo spazio curato, avvolto dalla natura selvaggia, iniziarono una cerimonia religiosa, per poi tornarsene in fila indiana nel tempio principale. I monaci mi sorridevano ed io ricambiavo. Volevo saperne di più su quello che stava succedendo, ma non osavo chiedere. Alla fine però, un anziano monaco disse qualcosa in lingue Coreana ad un’altro più giovane, che si rivolse a me in Inglese, dandomi il benvenuto. Mi ha spiegato il significato di quella cerimonia, dedicata ai monaci vissuti nel tempio di Beomeosa, e che ora non ci sono più. Fu così gentile, da invitarmi in una corte del tempio chiusa al pubblico, dove ci sono le stanze private dei monaci. Bevemmo del tè, e parlammo del mondo.
Fu un’esperienza straordinaria, enfatizzata dalla gentilezza e dall’armonia che aleggiavano in quel luogo. Prima di congedarmi, il monaco si scusò per non potermi offrire il pranzo, a causa delle restrizioni in atto dovute alla Pandemia. Nell’accompagnarmi all’uscita però, quel monaco pieno di entusiasmo mi ha descritto con fierezza ogni parte del tempio, fino ad arrivare al primo gate, chiamato “one pillar gate”, perché se guardato da un lato, la struttura sembra sorretta da un solo pilastro. Per attraversarlo è necessario chinare la testa e rappresenta il cammino verso l’illuminazione.
Questa struttura in legno sorretta da quattro pilastri in pietra è unica nel suo genere, e non ce n’è un altro uguale o simile in tutta la Corea.
Indicazioni:
Dalla stazione di Seomyeon, prendere la linea arancione in direzione “Nopo”. Scendere alla penultima fermata, chiamata “Beomeosa” (ci vogliono circa 30 minuti ad arrivare qui). Dopo essere usciti all’uscita 7, prendere la strada in salita sulla destra e camminare per circa 250 m. Lì troverete la fermata della navetta n. 90, che porta direttamente al tempio.
Gamcheon Village
Non sapevo dell’esistenza di questo luogo, ma decisi subito che doveva far parte del mio itinerario, dopo aver visto una fotografia la sera prima. Mi informai soltanto su come arrivarci, senza cercare troppi dettagli. Volevo vivere un’autentica esperienza, all’insegna della scoperta e devo dire di non essere affatto rimasto deluso.
Una volta sceso dall’autobus, guidato dalla fame, mi sono fermato a mangiare in un piccolo locale. Quello che non realizzai subito, era che un lato del minuscolo ristorantino guardava l’immensa vallata nella quale si sviluppa il villaggio. Ero come sospeso nel vuoto, e mentre mangiavo potevo ammirare quel mare di case coloratissime.
Non avevo mai visitato un luogo come il Villaggio di Gamcheon. La via principale é piena di caffè, tutti con un terrazzo dalla vista mozzafiato. Ci sono bancarelle di street food, dolci, negozi di artigianato, design studio e molto altro. Il villaggio di Gamcheon è uno di quei luoghi dove si celebrano l’arte, la cultura ed il relax. Oltre alla via principale, è bellissimo perdersi anche nelle vie laterali, muovendosi sempre con il massimo rispetto, dato che si tratta pur sempre di un centro abitato.
Ammaliato da tanta bellezza, camminavo estasiato ed incredulo. Circa a tre quarti della via principale, notai un piccolo caffè, chiamato “Little Planet”. Subito dopo, ricominciava il classico muretto giallo che affianca l’intera via, e lì lo vidi.
Era proprio lì, seduto di spalle su quel muretto dipinto di un giallo acceso. Era cresciuto il Piccolo Principe, ormai ragazzo. Io me lo ricordavo ancora bambino, e mi interrogai su quanto tempo fosse passato. Era lì, che scrutava l’orizzonte, e al suo fianco, nella stessa posizione, la sua amica volpe. Mi sono immaginato che si fossero ritrovati qui, diversi anni dopo il loro primo incontro. Erano lì, in silenzio, concentrati a guardare quel meraviglioso panorama, eppure sembrava che comunicassero. Una sorta di telepatia, un linguaggio che non può essere udito su questa terra, oppure sono io ad essere cresciuto troppo per ascoltarli. Si raccontavano gli anni passati, le esperienze vissute e ciò che avevano imparato da esse. Riflettevano sui problemi della vita, che cambiano con il tempo. Mi piace pensare che la volpe avesse ancora qualcosa da insegnare a quel Piccolo Principe ormai cresciuto, ma allo stesso tempo, che anche il Piccolo Principe sorprendesse la volpe con le sue riflessioni. Chissà quanto avrei potuto imparare ascoltando quella conversazione.
L’esperienza non sarebbe stata completa senza un bel caffè,
e uno di quelli con la vista migliore è sicuramente “FARO COFFEE”
Indicazioni:
Sempre dalla stazione di Seomyeon, prendere la linea arancione che va verso sud (Dadaepo Beach). Dopo circa 15 minuti, scendere alla stazione Jagalchi, uscita 1. Camminare per circa 250 metri, fino alla stazione della navetta Seogu 2-2 che vi porterà alle porte del villaggio in meno di 20 minuti.
Dadaepo Beach
Dopo aver respirato il passato e le tradizioni nel Tempio di Beomeosa e aver sperimentato modernità e freschezza nel Villaggio di Gamcheon, non ci poteva essere finale migliore che una bella passeggiata in spiaggia.
La spiaggia di Dadaepo non è tra le più famose e frequentate di Busan, ed è proprio questo a renderla speciale. Si tratta di una spiaggia immensa, preceduta da un parco. Qui, il vento forte modella la sabbia morbida ed ogni giorno si possono vedere bellissimi tramonti. La spiaggia è talmente grande, da far sembrare di essere soli, dispersi nel deserto.
Indicazioni:
La spiaggia di Dadaepo è raggiungibile in metropolitana (linea arancione). Dalla stazione di Seomyeon ci vuole circa un’ora, ma se state già visitando la parte ovest della città, ci vorrà poco più di mezz’ora.